La tutela del gioco d’azzardo legale e dei cittadini sono due punti che stanno a cuore sia agli amministratori che agli imprenditori che operano in questo mercato.
Gli italiani infatti hanno da alcuni anni scoperto questa forma di intrattenimento e i dati confermano che il gioco è diventato uno dei passatempi di maggiore successo degli ultimi anni. Grazie alla stretta regolamentazione presente nel nostro Paese, i cittadini hanno la possibilità di scegliere opzioni di scommessa tradizionali attraverso apparecchi slot e agenzie scommesse presenti sul territorio, oppure rivolgersi ai migliori casino online per poter accedere ad una gamma praticamente infinita di giochi che includono tra gli altri slot, bingo, blackjack e poker.
Al di fuori del mercato legale che ha confini, regole e tutele ben precise, esiste però anche un sottobosco non ufficiale che espone i giocatori ma anche gli operatori legali, a numerosi rischi.
Proprio per aprire un dialogo su questi temi e su come meglio tutelare scommettitori ed imprenditori autorizzati che operano nel settore, Raffaele Curcio, presidente di Sapar (l’associazione che rappresenta gestori, produttori e rivenditori di apparecchi slot) ha incontrato in un’audizione la commissione che si occupa della lotta alla criminalità e alle ludopatie in Calabria.
Scopo dell’incontro era quello di offrire l’opportunità agli operatori di presentare in modo approfondito quella che è la situazione del settore del gioco legale, sia a livello nazionale ma anche e soprattutto a livello locale. Il timore degli imprenditori è quello che le nuove norme introdotte dalla Legge della Regione Calabria n. 9 del 26/04/2018, possano in qualche modo danneggiare le loro attività e mettere fuori gioco l’offerta lecita, aprendo le porte all’illegalità con effetti negativi sia sul mercato che soprattutto sui cittadini, che si vedranno privati di qualsiasi forma di protezione.
La speranza di Sapar è quella di poter dare un contributo per migliorare la legge regionale, evidenziando che la lotta alla criminalità e alle ludopatie passa anche attraverso un rafforzamento della legalità ed una maggiore protezione degli operatori autorizzati.
La Legge Regionale oggetto della discussione contiene misure che incidono direttamente sull’offerta sul territorio, infatti prevede la limitazione dell’apertura delle sale da gioco e scommesse ad 8 ore giornaliere, e comunque non oltre le 22:00. Inoltre, introduce una distanza minima di 300 o 500 metri dai luoghi sensibili, per l’installazione di apparecchi gioco (la distanza dipende dal numero di abitanti del Comune) e piani di formazioni obbligatori per i gestori ed il personale delle sale da gioco.
Dopo l’audizione, la Commissione ha fatto sapere di essere in procinto di valutare una modifica ad uno dei commi della legge, al fine di posticipare l’entrata in vigore di quelle norme che riguardano l’adeguamento da parte delle sale giochi, sale scommesse e tabacchi delle nuove disposizioni.
Difficile al momento valutare l’impatto che la legge avrà sulla diffusione degli apparecchi slot e le sale giochi nel Reventino. Sicuramente le norme spingono l’offerta dei giochi al di fuori dei centri urbani, ma come essere sicuri che gli spazi lasciati liberi dagli operatori autorizzati non vengano invece occupati da agenzie di gioco illegali?
Siamo andati a vedere gli ultimi dati sulla raccolta nei Comuni del Reventino, così come indicati dalla recente indagine svolta da Infodata per Il Sole 24 ORE e, considerando una racconta media pro-capite su base nazionale di 610€, nessun Comune della zona si avvicina neanche minimamente a tale cifra. La raccolta pro-capite più alta viene registrata a Colosimi, dove sono stati spesi circa 497€ a cittadino. Questi dati possono essere interpretati in modi differenti: o gli abitanti del Reventino sono particolarmente virtuosi oppure se pensiamo che la loro passione per il gioco si avvicini alla media nazionale, allora una parte delle scommesse viene già fatta in circuiti non legali. Sarà importante per la Commissione riflettere su questi dati.