Soveria Mannelli – La calma è la virtù dei forti, recita un vecchio adagio; e di calma c’è bisogno più che mai in un contesto come quello sanitario che, a causa di alcune discutibili scelte da attribuire esclusivamente ai livelli politici e dirigenziali, rischia di veder innescare una vera e propria “guerra tra poveri”, ovvero tra le due categorie che dovrebbero invece essere più che mai alleate: i medici e i pazienti.
Il problema, come ben chiarisce il primario del Pronto Soccorso di Soveria Mannelli dott. Giovanni Paola, non è certo quello di un disguido che può capitare anche “nelle migliori famiglie” (un’interruzione momentanea del servizio di teleradiologia), peraltro prontamente e felicemente risolto, ma il contesto stesso in cui gli operatori medici e paramedici dell’intero Ospedale di Soveria Mannelli sono costretti a operare quotidianamente, facendo fronte con il loro impegno e la loro dedizione a carenze strutturali ormai palesi e pressoché irreversibili. Carenze che dipendono da una sola cosa: la non centralità dei servizi sanitari nella politica regionale. Una politica che da anni ormai pensa molto a far quadrare i conti in qualunque modo e a qualunque costo (leggasi “piano di rientro”) e poco al benessere e alla salute dei cittadini.
Mi permetto quindi di esprimere solidarietà al primario Giovanni Paola e a tutti gli operatori del Pronto Soccorso di Soveria Mannelli per la loro attività in genere e per come hanno risolto l’episodio specifico, evidentemente sopravvalutato nella sua presunta gravità al solo scopo di destare scalpore; ma nel contempo di rinnovare le critiche a una concezione politica, a nostro avviso profondamente sbagliata, che tende a ridurre la sanità a mero calcolo economico.
Così non deve essere, visto che quando parliamo di sanità parliamo di persone in carne e ossa, prevenzione, malattie, sofferenze, richieste di soluzioni facilmente accessibili a tutti, e non di economie a volte perpetrate sulla pelle dei pazienti. Di una tale concezione della medicina moderna, Ippocrate in persona, se potessimo interpellarlo ancora oggi, rimarrebbe a nostro avviso inorridito!
E ora, dopo aver esposto la nostra posizione e per contribuire come sempre a fare chiarezza sui fatti, riportiamo integralmente un comunicato sull’accaduto redatto dal primario del Pronto Soccorso di Soveria Mannelli dott. Giovanni Paola:
<< È stato certamente ingeneroso il titolo roboante, apparso sul Web, che un paziente sarebbe stato “ostaggio” del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Soveria Mannelli, e per tutti quelli che hanno letto, la mente si sarà facilmente spostata sulle immagini spettrali della recente crisi internazionale.
In ragione di un così singolare ed avventato accostamento, certamente atipico per una realtà sanitaria nel contesto di una sana vita civile, è doveroso che il Responsabile di quella struttura di emergenza, chiamata inopinatamente in causa, pur con il rischio di disattendere ai vincoli gerarchici, intervenisse in modo da fare chiarezza sui reali accadimenti di quella giornata lavorativa e domenicale.
Desta altrettanta sorpresa anche quanto inserito nel corpo dell’articolo, quando si passa ad una dettagliata descrizione dei sintomi avvertiti dal paziente in ingresso al P.S., i cui contenuti, in epoca di rigore sulla privacy, costituiscono elementi di elevata e fine sensibilità, per il cui racconto non viene usato neanche il virgolettato per un’attribuzione medica, che potrebbe essere l’unica figura depositaria di questo tipo di informazioni (ma non per diffondere).
Sono ancora più particolari e “lesive” le “libere” affermazioni secondo cui il Medico di Guardia, probabilmente a causa dell’avaria del servizio di “Teleradiologia”, sbandierava dubbi sulla gestione di quel paziente e sul modo di procedere al trasferimento dello stesso, accettando addirittura un’automobile “Panda”, come mezzo più “idoneo” per procedere all’accompagnamento dell’ammalato.
La reale ricostruzione di quanto accaduto, avvenuta attraverso il colloquio con gli operatori sanitari di quella giornata, ha deposto per una assoluta linearità comportamentale con una impeccabile interpretazione del medico di servizio il quale, nella difficoltà della contingenza dell’avaria della “Teleradiologia”, ha trovato un accordo con il collega del reparto di Radiologia di Lamezia Terme, trasferendogli subito manualmente le lastre da leggere ed interfacciandosi con il sottoscritto perché, nelle more che si trovasse una soluzione per il ripristino del problema tecnologico (cosa che è avvenuto rapidamente con l’intervento tecnico di resettazione e del riavvio del sistema), si procedesse all’ottenimento di un’auto sostitutiva dedicata, pronta a trasferire le eventuali immagini radiografiche per la lettura con metodica tradizionale.
La verifica dei fatti ha riportato perciò chiarezza su un episodio che, così come maldestramente raccontato nei richiamati articoli, rendeva inaffidabile e quasi risibile l’operato dei sanitari, togliendo loro la risaputa professionalità che li ha sempre contraddistinti nel difficile compito di affrontare l’emergenza.
Fra l’altro, dal momento in cui lo scrivente è stato chiamato in causa dal Medico di Guardia (e parliamo di una domenica mattina), sono iniziate una serie di trasmissioni con posta elettronica “Mail” che hanno sviluppato una sorta di ampio coinvolgimento, sia delle competenze tecnico-professionali (Centrale Operativa 118, Gruppo Informatico, ecc.), ma anche quelle di vertice strategico aziendale dell’ASP.
Al Commissario Straordinario dell’ASP ed al Direttore Sanitario Aziendale, infatti, ancorché fosse stata inviata loro timidamente solo una Mail per la conoscenza dei fatti, c’è stata invece una grandissima auto-sensibilizzazione verso il problema ed una prorompente ed autorevole loro posizione di grande attenzione.
Di fatto per tutta quella giornata, nonostante il caso tecnico fosse risolto già nella stessa mattinata, c’è stato un tourbillon di Mail tra le varie competenze, a garanzia degli operatori di Soveria, chiuso solo a tarda sera da una significativa ed emblematica conclusione dei lavori con gli auguri di “Buona Domenica” da parte del Direttore Sanitario.
Un reparto, quello del Pronto Soccorso di Soveria Mannelli che, pur nelle difficoltà di ogni genere, si è sempre esaltato per la personalità, la dignità e per la linearità del lavoro di equipe, sapendo sempre rispondere alle difficoltà più varie e proponendosi costantemente in un lavoro redditizio, ma sempre umile e di basso profilo, facendo poco parlare di sé, nel bene e nel male.
Così come sta facendo nella gestione del reparto OBI (Osservazione Breve Intensiva), aperto con la volontà dei vertici aziendali con due posti letto, da circa 1 mese, ma di grande efficacia per l’utenza.
E naturalmente rimane in trepidante attesa che giungano presto a conclusione quei lavori di ristrutturazione dei vecchi locali, al termine dei quali verranno consegnati i rinnovati ambienti lavorativi dove il P.S. di Soveria Mannelli potrà ancora elargire le proprie prestazioni con la consueta serietà e professionalità.
Il vero dato identitario di questo P.S. è quello del 6 marzo 2014 quando si dimostrò, con i “piccoli” mezzi a disposizione, “grande” per accogliere l’esodo di feriti (56 quasi contemporaneamente) provenienti dall’incidente ferroviario di Gimigliano della “Ferrovie della Calabria”.
In quella circostanza tutta la popolazione civile di Soveria Mannelli e dei Comuni limitrofi, si ritrovarono a dare manforte etico al gruppo di lavoro storico, che in quella circostanza straordinaria fu arricchito da tanti volontari della sanità, nonché dai vecchi operatori, da tempo ormai in pensione, ma che per la circostanza si rimisero i vecchi camici di lavoro.
Si iscrisse una bella ed esplosiva pagina di solidarietà e di unità di intenti tra Pronto Soccorso e società civile.
E non verrà permesso ad alcuno di porre in discussione tale consolidata identità storica. >>