Era la fine dell’agosto del 2016 e mi apprestavo a commentare la prima partita della stagione del Catanzaro che aveva appena esonerato Alessandro Erra, una partita di Coppa dove le squadre erano ancora in rodaggio e il bel gioco era difficile da individuare, una gara che fu vinta grazie al goal dell’ex messinese Pietro Baccolo. La speranza di evitare la brutta figura della passata stagione era tanta, il sogno era di affrontare un campionato di vertice. Poi la prima giornata al Ceravolo contro gli odiati cugini del Cosenza: 3 a 0 per i rossoblù dopo 66 anni; un risultato che ha sconvolto l’intera città e l’intera tifoseria. L’inizio di una stagione infernale.
A 13 giornate dalla fine, dopo i cambi in panchina di Mario Somma e Nunzio Zavettieri, è stato richiamato Alessandro Erra per cercare di riparare gli errori fatti in precedenza e di risollevare le sorti del Catanzaro che si trovava in basso alla classifica del girone C della Lega Pro. Nonostante lo sforzo sovrumano, però, la squadra del presidente Cosentino non è riuscita a salvarsi alla fine della regular season e ha dovuto affrontare i temutissimi play-out contro la Vibonese.
Il calcio, infatti, a volte sa essere crudele, beffardo, assurdo, duro e spietato ed è per questo che viene considerato da molti come uno degli sport più belli del mondo. Il destino ha voluto che per questa finale, per non retrocedere, si sfidassero due squadre appartenenti a due città che distano tra di loro meno di 60 chilometri, a due tifoserie gemellate, a due ambienti che si sono sempre rispettati nel corso degli anni.
Domenica scorsa allo stadio “L. Razza” di Vibo Valentia è andato di scena il play-out di ritorno, all’andata si erano imposti i giallorossi per 3 reti a 2 dopo una gara emozionante e rocambolesca. Sugli spalti le due curve hanno dato spettacolo con cori, sfottò, scenografie mozzafiato che hanno reso questo match ancora più esaltante ed appassionante. È successo tutto nel primo tempo: gli ospiti si sono portati in vantaggio al 7’ con Milan Basrak grazie all’assist del caparbio Sarao.
La risposta degli ipponici è arrivata al 39’. Roberto Sabato sbagliando intervento ha regalato la sfera all’argentino Bubas che da pochi passi ha beffato l’incolpevole De Lucia.
Nel secondo tempo la partita si è incattivita favorendo probabilmente le Aquile che sono riuscite così a mantenere la categoria e a salvare la storia. Al triplice fischio finale l’urlo liberatorio dei giocatori, gli occhi lucidi delle persone giunte da tutta la provincia di Catanzaro per sostenere la squadra, i festeggiamenti per una salvezza che in alcuni casi può valere quanto una vittoria di un campionato.
Ieri mattina ci siamo svegliati tutti con la notizia dell’arresto del presidente Giuseppe Cosentino, nemmeno il tempo di far festa. Passeremo un’estate a scongiurare retrocessioni, mancata iscrizione e penalizzazioni? Speriamo di no. Speriamo che il futuro di questa società possa essere il più importante e roseo possibile, auguriamoci che un giorno anche noi più giovani possiamo vivere e godere in prima persona dei fasti del Catanzaro perché ci han raccontato che eri leggenda, che eri la regina del sud e il timore del nord.