Ci voleva un medico di famiglia di Catanzaro per sentirci finalmente dire qualcosa di saggio sulla sanità calabrese.
Sabato scorso (25 luglio 2015) sul “Garantista”, il quotidiano di Piero Sansonetti, è stata appunto pubblicata la lettera-denuncia del dottor Giacinto Nanci, con il titolo “Piano di rientro dannoso. Fa ammalare i cittadini”.
Inutile dire quanto i contenuti di questa lettera siano illuminanti se rapportati anche alla storia recente degli Ospedali di montagna calabresi e, tra questi, dell’Ospedale del Reventino, con sede a Soveria Mannelli.
Questo medico di famiglia, che ringraziamo per la sua coraggiosa quanto dettagliata denuncia (assieme al quotidiano che l’ha pubblicata), cita a supporto delle sue tesi alcune fonti ufficiali e difficilmente smentibili, quali l’archivio “Health Search” dell’istituto di ricerca della SIMG (Società Italiana della Medicina Generale) e il X Rapporto Sanità.
Egli afferma innanzi tutto che:
<< …il piano di rientro della regione Calabria è ingiusto e dannoso e fa ulteriormente ammalare i calabresi perché è basato soltanto su un calcolo economico e prescinde dai bisogni e dalla patologie presenti in Calabria. >> Infatti: << …la Calabria è una delle regioni che ha più cittadini che evitano di curarsi per problemi economici. >>
Come se non bastasse, il dottor Nanci fa i conti in tasca alla sanità nazionale, mettendo a confronto una regione ricca del nord con la poverissima Calabria:
<< …la regione Valle D’Aosta spende in sanità pro capite ben 3.150 euro mentre la Calabria spende sempre pro capite solo 2.200 euro a causa del sottofinanziamento dato alla Regione Calabria. Paradossalmente la Calabria è in piano di rientro, la Valle D’Aosta è regione “virtuosa”. >>
E poi ancora un’amara considerazione sul triste fenomeno dell’emigrazione per salute, oltre a quella per studio e per lavoro, cui i cittadini calabresi sono abituati da sempre:
<< La Calabria riceve meno fondi per la sanità pur avendo più malati cronici ed è costretta a ulteriori risparmi sulla spesa sanitaria a causa del piano di rientro, ne consegue quindi che i malati cronici si aggravano, le loro malattie si complicano e sono costretti a farsi curare nei centri di eccellenza fuori regione con un ulteriore aggravio di spesa sanitaria. Infatti la regione Calabria spende ogni anno ben 250 milioni per le cure dei calabresi fuori regione. >>
E questa ci sembra un po’ la chiave di tutto il discorso. Infatti la Calabria è costretta a un esborso notevole nei confronti delle Asp del centro-nord solo perché la sanità qui non funziona, come mille altre cose. Chiudendo gli ospedali, diminuendo le possibilità di cura, abbassando il livello della prevenzione (che farebbe risparmiare, evitando il manifestarsi o l’aggravarsi di tante malattie che hanno un costo pesante sia sanitario e sia sociale), non si risolve affatto il problema, ma semplicemente lo sia peggiora sempre di più.
Il Reventino è evidentemente in perfetto accordo con quanto affermato dal dottor Nanci. Infatti, anche noi, nel nostro piccolo, in un articolo di qualche mese fa dal titolo “Sit-in per l’Ospedale: il giornalismo venuto dallo spazio” facevamo delle affermazioni per molti aspetti simili, tentando di perorare la causa degli Ospedali di montagna:
<< …è necessario riuscire a dimostrare che conviene di più mantenere, piuttosto che dismettere, gli Ospedali di montagna, conti economici alla mano, senza trascurare il cosiddetto “bilancio sociale” che tiene conto, appunto, anche dei costi sociali indiretti che potranno in futuro ripercuotersi sul territorio in seguito alla paventata mancanza di un servizio sanitario realmente attivo (dalla perdita di vite umane alle invalidità, dallo spopolamento al crollo dell’economia locale, ecc.). >>
Per chi volesse rileggerlo: https://ilreventino.it/sit-in-per-lospedale-il-giornalismo-venuto-dallo-spazio/
A chi serve allora questo fantomatico piano di rientro, se non forse a favorire la sanità privata che si arricchisce sulle deficienze di quella pubblica? A costringere i calabresi che possono ancora farlo ad emigrare per salute e quelli che non possono a rassegnarsi e aspettare il proprio turno… Cosa ci stanno raccontando quando ci dicono che è necessario ridimensionare l’Ospedale del Reventino? Ci dicono la verità o quello che fa loro più comodo?
Grazie al dottor Nanci oggi ne sappiamo un po’ di più per poter rispondere in modo sensato a queste domande.