Nel corso dell’anno 1960 in occasione della celebrazione del Centenario dell’Impresa garibaldina a Soveria Mannelli si visse un’atmosfera particolare.
Per coordinare le numerose attività via via messe in cantiere venne costituito un Comitato per le Manifestazioni del Centenario Garibaldino del quale facevano parte numerosi concittadini, sicuramente differenti per cultura, credo o idee, ma accomunati dalla certezza di poter contribuire da protagonisti alla buona riuscita della celebrazione, che richiamò numerose autorità ed ebbe ampia eco.
Il Comitato elesse una Giunta Esecutiva i cui membri erano il dr. Arturo Chiodo, il dr. Antonio Grandinetti, l’ins. Antonio Leo, il dr. Domenico Loiacono, il col. Alfonso Morelli, l’avv. Salvatore Pascuzzi, l’ins. Umberto Pascuzzi, il dr. Guido Pellico (presidente), l’ins. Pietro Pingitore, l’ins. Ivone Sirianni, l’ins. Raffaele Sirianni, l’ins. Salvatore Sirianni.
Tale organo curò con impegno e attenzione tutti gli aspetti connessi alla celebrazione: il coinvolgimento del mondo della cultura e di tutti i concittadini emigrati, la propaganda e la pubblicizzazione dell’evento sulla stampa locale e nazionale, l’organizzazione di manifestazioni sportive e musicali, l’installazione di luminarie e addobbi lungo le principali vie della cittadina, la disponibilità di fuochi pirotecnici, la realizzazione e la gestione della Mostra del cimelio garibaldino allestita nei locali dell’allora nuovissimo edificio della Scuola Elementare, la stampa di cartoline postali commemorative col testo del famosissimo telegramma “Dite al mondo che alla testa dei miei bravi calabresi ho disarmato dodicimila soldati borbonici” * e l’annullo filatelico su francobolli rigorosamente coerenti con l’evento (£ 25 “Spedizione dei Mille 1860-1960” + £ 15 “11 Maggio 1860 Siciliani …All’armi…”) .
Nello stesso periodo vide la luce “Soveria Garibaldina – Quindicinale informativo-letterario”, autorizzato dal Tribunale di Nicastro, stampato da “La Tipo Meccanica” di Catanzaro, direttore Umberto Pascuzzi, condirettore responsabile Ferdinando Leo [quasi tutte le notizie riportate in questo breve articolo sono desunte da alcune copie di tale periodico].
Sul quindicinale scrissero – tra gli altri – il Direttore, il Condirettore, Rosario Arcuri, Moisè Asta, Rosario Cardamone, Arturo Chiodo, Felice Costanzo, Domenico Larussa, Domenico Loiacono, il sen. Pietro Mancini, Franco Marasco, Vincenzo Mazzei, don Filippo Pascuzzi, Francesco Sacchi, Francesco Vaccaro, alcuni concittadini emigrati negli Stati Uniti d’America e nel nord dell’Italia e dell’Europa, il gen. Ezio Garibaldi e altri eredi dell’Eroe dei Due Mondi.
Gli articoli che riempivano le quattro facciate del periodico spaziavano dal saggio storico alle rievocazioni di personaggi della storia e della letteratura, alla cronaca locale e regionale, alla poesia (alcune scritte in occasione della celebrazione); venne lasciato spazio alle lettere, allo sport, agli usi e al costume, al folklore e alla gastronomia, agli itinerari turistici nonché ai contributi dei lettori, soprattutto di quelli lontani.
Poche le foto, tutte riguardanti le bellezze della Calabria.
Tutti gli articoli rispecchiano fedelmente la cultura dell’epoca, alcuni appaiono ancora attuali, come quello che pungola la classe politica affinché si spenda con maggior determinazione a favore della questione meridionale. “…E mentre russi e americani lavorano per costruire l’immenso ponte Terra-Luna, NOI cerchiamo almeno di potere «addobbare» un modestissimo ponticello che possa finalmente unire il Nord ed il Sud della nostra Penisola, che chiamasi Italia” (Ferdinando Leo in Soveria Garibaldina Anno 1 n.2).
“Soveria Garibaldina” si sosteneva con le vendite (una copia £ 30), con gli abbonamenti (annuo £ 750), con gli abbonati sostenitori (£ 2.000), gli avvisi legali e la pubblicità; per questa non erano usati loghi o immagini, la descrizione dell’offerta commerciale era essenziale quanto ben specificata, anche con l’ausilio di qualche slogan.
Di seguito le aziende locali pubblicizzate nel periodico, alcune delle quali tuttora presenti nello scenario commerciale locale e nello stesso settore, grazie alla perseveranza e all’impegno dei figli degli allora titolari:
– Albergo Ristorante “Garibaldi”. Specialità: pollo allo spiedo, vasto assortimento dei vini tipici di tutte le regioni d’Italia;
– Sirianni Camillo e Alfredo. Segheria e falegnameria meccanica specializzata nella produzione di infissi, legnami, manici per badili e picconi, carriole in legno, perline, cornici e manufatti in genere;
– De Filippis Amedeo. Rappresentante della soc. Italia di navigazione, viaggi marittimi per tutte le destinazioni con piroscafi celeri e di lusso, spedizioni merci per tutte le destinazioni, servizio espresso pacchi per gli U.S.A. e Canada, imbarco bagaglio pesante passeggeri aerei, concessionario Pirelli;
– Lanificio Fratelli Leo fu Emilio. Filatura e tessitura, tessuti, coperte, filati di purissima lana, lane per materassi ed imbottite;
– Giovanni Costanzo. Rappresentante mandamentale per l’espatrio in Australia, U.S.A. e Canada del Lloyd Triestino;
– Mobilificio Angelino Chiodo. Informa la sua spett/le clientela che nel nuovo e moderno opificio produce ottime sale da pranzo, che vende direttamente a privati a prezzi minimi;
– Lavanderia Moderna f.lli Chiodo. Perfezione, puntualità, celerità;
– Officina Meccanica Aldo Grandinetti. Attrezzatura moderna. Riparazioni auto e moto, carica accumulatori, verniciatura, saldatura elettrica ed autogena, compra-vendita moto e auto, rappresentante diretto della Moto Iton, facilitazioni di pagamento;
– Bar Mario Pascuzzi. Nuova apertura in Piazza Bonini, tutto per addolcire e rinfrescare.
*) Tale dicitura è, ovviamente, identica a quella riportata nell’obelisco di Piazza dei Mille, realizzato precedentemente dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e consegnato all’Amministrazione Comunale di Soveria Mannelli nel 1910, in occasione delle celebrazione del cinquantenario dell’Impresa. E’ curioso far presente che per un banale errore materiale anziché “soldati”, fu dapprima inciso sulla lastra marmorea un altro termine (sembra “soldatini”, paradossalmente); immediata fu la correzione, ma ancor oggi resta di difficile leggibilità sia il termine originale che quello sovrascritto.