Dal Reventino si eleva il messaggio a ricordare, per evitare il ripetersi di quanto accaduto in quel tragico passato con l’annientamento degli ebrei nei centri di sterminio come Auschwitz.
Promossa della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) sezione di Soveria Mannelli, presidente la professoressa Teresa Pullano, sono state programmate due tappe del “Percorso della Memoria” con due distinti incontri, tenuti il primo a Decollatura presso il “Museo della Civiltà Contadina” ed il secondo a Soveria Mannelli presso “Il Centro di Aggregazione Giovanile” ex mercato coperto, in cui come da programma oltre ai saluti del sindaco Giuseppe Pascuzzi è stato proiettato il lungometraggio “Nata due volte”, storia di Settimia, ebrea romana sopravvissuta alle torture di Bergen – Belsen.
Come esposto sul manifesto programma gli incontri tenuti nella celebrazione della ricorrenza nazionale ed internazionale della “Giornata della memoria”, si sono incentrati sul tema “Razzismo, integrazione e inclusione”. A Decollatura oltre a Teresa Pullano, presidente Fidapa hanno preso parte i sindaci: Anna Maria Cardamone, Decollatura e Mario Talarico, Carlopoli; Mirella Perrone Chiodo, Past presidente Fidapa, Giovanni Manoccio, responsabile politiche dell’immigrazione Regione Calabria; Suor Manuela Simões, coordinatrice centro diocesano per i rifugiati Lamezia Terme; don Fabio Coppola, parroco Soveria Mannelli. E’ stata ascoltata la testimonianza di Latifa Azri, coordinatrice Sprar (Servizio Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati politici) cooperativa sociale Mediglob Catanzaro e dei rifugiati ospiti Sprar Decollatura-Carlopoli.
La presidente Pullano, ha spiegato che la manifestazione ha voluto essere una ulteriore testimonianza su uno dei momenti più cupi e sanguinosi della storia italiana ed europea del Novecento. Proseguendo, ha detto «questi incontri devono servire non solo per ricordare un tragico passato, ma anche stimolo per la memoria, specie per le nuove generazioni. Auspico – ha continuato – che il ricordo di quegli eventi possa impedire il ripetersi del male e della crudeltà”. Invita tutti in particolare i governati alla “consapevolezza, costruire la pace nel mondo e riflettere sul cause che provoca l’immigrazione. L’accoglienza – conclude – è un dovere di ogni buon cristiano e cittadino”. Preoccupata dalle forme di razzismo, invita a stroncare sul nascere le divisioni ed attuare progetti per l’accoglienza come viene fatto nei centri del Reventino di Decollatura e Carlopoli. I saluti dei sindaci Cardamone e Talarico hanno proposto alla numerosa platea una riflessione su quello che è stata la shoah, quello che ancora a distanza di 70
anni rappresenta nel mondo e come i due Comuni hanno affrontato da qualche anno il problema dei rifugiati politici, dando loro accoglienza, voce e speranza.
Un elogio particolare è stato rivolto alla Fidapa per la capacità propositiva, organizzativa e riflessiva che offre in questi incontri. La professoressa Perrone, attraverso delle slide ha offerto una drammatica e dura riflessione sull’olocausto, persecuzioni razziali e politico ai tempi del nazifascismo ed evidenziato le moltissime analogie di fatti successi dal 1945 (inganno mediatico, limiti della politica, gli orrori della guerra in Cossovo, le persecuzioni razziali in Europa e nel mondo) ad oggi. Da parte di don Fabio
Coppola, è stato esternato un plauso alla sensibilità, alla forza, all’onesta intellettuale e capacità femminile del gruppo Fidapa che hanno promosso la manifestazione. Suor Manuela, ha raccontato l’esperienza vissuta in Polonia (10 anni) e delle visite fatte al campo di sterminio di Auschwitz nel quale si sentono ancora, le voci, le grida, l’odore, il peso e l’amarezza della shoah ed aggiunto, che tutto quello che è successo, continua a succedere oggi (come in Libia, Iraq, e altrove) per scelte politiche, supremazia e potere dei paesi occidentali. Oggi, conclude la suora “ci sono società plurime, dove bisogna condividere nella differenza per eliminare la dittatura e rispettare le leggi, lo Stato. Gli orrori della guerra non hanno confini, razza o religione. Il vuoto è pericoloso, non basta accogliere, necessita mediare, condividere e confrontarsi nel dialogo col proprio simile”. Manoccio, ritiene l’incontro di grande spessore sociale e culturale oltre che storico. Una analisi, quella del responsabile regionale, approfondita e agghiacciante sulle realtà di accoglienza profughi ed immigrati da lui visitate, come San Ferdinando e Rosarno (definito “un inferno”) in provincia di Reggio Calabria. E’ stato in definitiva inviato un messaggio a riflettere su una politica seria e proficua per evitare i viaggi della speranza i cui corpi umani, sempre di più sono inghiottiti dal mare, ricordando in conclusione come “le diversità sono una ricchezza”.