Come qualcuno ricorderà, qualche mese fa abbiamo fornito alcuni dati relativi alla spesa in giochi d’azzardo nei comuni del Reventino durante i primi sei mesi del 2017. Da qualche giorno è stato pubblicato, dall’Agenzia per le Dogane e i Monopoli, il “Libro Blu 2017”, all’interno del quale sono stati resi disponibili i dati relativi all’intero anno e, noi del «Reventino», siamo in grado di fornirvi le cifre ufficiali insieme ad alcuni dati in dettaglio.
Cominciamo subito con la nostra città. A Soveria Mannelli nel corso del 2017 sono stati spesi in giochi d’azzardo 1,37 milioni di euro, per una spesa pro-capite media di 452 euro. Non è però la famosa “schedina tra le dita” a far vibrare i cuori dei soveritani (e, come vedremo, anche quello degli abitanti degli altri comuni), bensì le slot-machine alle quali i cittadini del centro del Reventino hanno speso nel corso del 2017 un milione di euro. La seconda scelta è stata il Lotto al quale sono stati però spesi 190 mila euro.
La passione per la dea bendata ha contagiato anche Decollatura dove nel 2017 sono stati spesi 1,58 milioni di euro per una spesa pro-capite di 498 euro. Anche qui a fare la parte del leone sono le slot machine alle quali i decollaturesi hanno speso in un anno 1,17 milioni di euro.
La sorpresa giunge però da Carlopoli, dove la spesa pro-capite per giochi d’azzardo nel 2017 è stata di 715 euro. Complessivamente i carlopolesi hanno speso 1.09 milioni di euro di cui 702 mila alle slot.
L’apparente passione dei carlopolesi per il gioco d’azzardo potrebbe trovare però una qualche giustificazione in quella che sembra essere la virtuosità degli abitanti di Bianchi che hanno invece speso nel periodo in esame “solo” 384.700,00 euro per una spesa pro-capite di 300 euro.
E se i biancari (forse anche per lo scarso numero di apparecchi presenti) si spostassero a giocare nella vicina Carlopoli facendo così lievitare l’ammontare della cifra imputata ai carlopolesi?
Leggermente inferiori rispetto a quelli degli altri comuni risultano i dati relativi al comune di Serrastretta dove nel ‘17 si è sono giocati 1,06 milioni di euro per un importo pro-capite di 341 euro. Ciò che differenzia i serrastrettesi dagli altri abitanti dei comuni che abbiamo considerato è che mentre i secondi hanno dimostrato una netta preferenza per le slot-machine, i primi dimostrano di apprezzare molto anche le lotterie istantanee (i famosi “gratta e vinci”) per le quali gli abitanti del paese di Dalidà hanno speso 227 mila euro, mentre sono stati spesi 232 mila euro per il Lotto, destinando alle slot la cifra di 578 mila euro.
Anche nel caso di Serrastretta però non sappiamo se la minore quantità di denaro pro-capite speso in giochi d’azzardo rispetto agli altri comuni vicini non sia da imputare alla contiguità della cittadina (specie di alcune sue frazioni) con Pianopoli, Feroleto e Lamezia Terme.
A questo punto però credo sia legittimo chiedersi quanto abbiano speso i lametini nel periodo in questione.
Bene; nel 2017 a Lamezia Terme sono stati spesi 70,90 milioni di euro, un dato superiore perfino al fatturato della nota società “La Nuova Nave” che gestisce alcuni supermercati Carrefour tra i quali quello di Decollatura e quello localizzato all’interno del Centro Commerciale “Due Mari” che dai dati disponibili risulta avere fatturato nel corso del 2016 69.572.635,00 euro.
Da quanto emerge dal “Libro Blu”, i lametini avrebbero speso in giochi d’azzardo nel solo 2017 mille euro a testa. Anche la Città dei tre centri ha rivelato una netta preferenza per le slot alle quali sono stati giocati 31,56 milioni di euro.
Certo, benché la situazione attuale in cui versa Lamezia Terme (rimangono da commissariare praticamente soltanto la Diocesi, la questura e il comando dei carabinieri), suggerisca facili commenti e conclusioni, c’è anche da dire che Lamezia è il centro su cui orbitano molti comuni circonvicini (compresi quelli del Reventino) e in cui la presenza dell’aeroporto e di uno snodo ferroviario di una certa importanza fa sì che vi sia un numero molto alto di persone di passaggio, fattori tutti che lasciano credere che le cifre imputate ai lametini andrebbero forse redistribuite quanto meno in un ambito più ampio.
Un’ultima avvertenza: i dati che abbiamo fornito per i vari comuni non includono ahimè il gioco d’azzardo on-line per il quale è più complesso fare distinzioni geografiche, per cui potremmo legittimamente ritenere che in realtà le cifre da considerarsi siano addirittura superiori a quelle riportate sopra.
Benché i dati che abbiamo preso in esame non restituiscano certo l’immagine di formiche operose e attente al risparmio con cui noi calabresi amiamo talvolta autorappresentarci c’è da dire che i comuni dell’area del Reventino non costituiscono davvero un’eccezione rispetto al resto del Paese. Il “Libro Blu” descrive un’Italia da Nord a Sud attaccata ai pulsanti delle slot-machines, in cui la città nella quale secondo il “Sole 24 Ore” si registra la migliore qualità della vita, Milano, ha bruciato in slot e lotterie la cifra monstre di due miliardi e mezzo tanto che varie associazioni hanno già cominciato a denunciare un significativo aumento della povertà dovuto proprio al gioco. Sarebbe interessante fare uno studio di questo genere anche a queste latitudini…
di Antonio Cavallaro