Nel pomeriggio di ieri, con una manifestazione a tratti commossa e partecipata, che ha avuto però anche i connotati della festa e un bel contorno sportivo (con il triangolare tra la prima squadra della Garibaldina, quella giovanile e le vecchie glorie), è stata intitolata la tribuna dello stadio “Antonio Leo” di Soveria Mannelli al compianto ex portiere e allenatore della Garibaldina, Angelo Colosimo, che ci ha lasciati ormai sei anni fa. Il tutto preceduto da una messa in suffragio celebrata da Don Antonio Costantino, nella frazione Colla.
Giuseppe Colosimo, che possiamo tranquillamente definire “figlio d’arte”, essendo stato anche lui calciatore della Garibaldina, della quale è attualmente direttore sportivo, ci ha rilasciato alcune dichiarazioni sul padre Angelo e su questa dimostrazione d’affetto nei suoi confronti:
<< Credo che l’intitolazione della tribuna è un qualcosa che mio padre ha meritato, non solo per la persona che era, ma soprattutto per quanto ha fatto per la Garibaldina. Ci tengo a ringraziare in modo particolare Giovanni Paola, che ha voluto fortemente tutto questo. E poi la Garibaldina, la sua presidenza e l’amministrazione comunale.
Mio padre, fino a pochi giorni prima di scoprire la sua malattia, a dispetto dei sintomi che già facevano sentire i loro effetti negativi sulla sua salute, non mancava mai una seduta d’allenamento in cui si occupava della preparazione dei portieri della squadra.
Ricordo anche che – già in ospedale e poco prima della sua scomparsa – si teneva continuamente informato sul risultato di una partita di play-off che la Garibaldina stava disputando in quel momento. Fino all’ultimo ha tifato per la sua squadra di sempre e sicuramente lo fa ancora adesso.
Lui aveva la casacca della Garibaldina cucita addosso. E ora gli farà sicuramente piacere questo riconoscimento ed essere ricordato per tutto quello che ha fatto per questa maglia. >>
Emilio Chiodo, attuale presidente della Garibaldina, su Angelo Colosimo, che tra l’altro era stato il suo allenatore, ci ha dichiarato:
<< Il suo esempio e la sua dedizione ci sono ancora oggi di conforto e ci fanno da sprone nella nostra gestione della squadra.
Vogliamo continuare l’opera che lui aveva così bene iniziato, quando, in un momento di difficoltà, non pensò neppure per un istante di tirarsi indietro, ma fece tutto il possibile per non disperdere il nome e la storia della sua Garibaldina.
È anche nel suo ricordo che troveremo la forza per preparare la prossima stagione, per provare a fare sempre meglio. >>
Giovanni Paola, giovane consigliere comunale e dirigente della Garibaldina, nonché primo promotore della manifestazione, un po’ sollecitato – anche perché visibilmente commosso – ci ha detto:
<< Fin da quando è venuto a mancare, si sentiva l’esigenza di fare qualcosa di concreto per ricordare una figura di cui tutti hanno sempre riconosciuto l’importanza per la storia calcistica della Garibaldina.
Personalmente, ho avuto modo di collaborare con lui per qualche anno e, in questo periodo, è maturato un rapporto che ha travalicato i confini del campo di calcio e si è trasformato in vera e propria amicizia. Per questo sono doppiamente felice per quello che siamo riusciti a fare oggi e che Angelo si è meritato ampiamente. >>
La cerimonia della scopertura della targa è stata semplice ma intensa. Vi hanno provveduto il Sindaco Leonardo Sirianni e la moglie di Angelo, Rosetta Paola, che ha assistito a tutta la manifestazione. Così come tantissimi compagni di squadra ed ex calciatori di mister Colosimo, che non hanno voluto mancare l’appuntamento.
Il sindaco ha poi detto pubblicamente:
<< Angelo ha dato tutto se stesso allo sport e alla Garibaldina, cui ha cercato di trasmettere i suoi valori. Ha incarnato lo spirito della nostra squadra, prima come portiere (per cui noi lo chiamavamo Piloni, come un portiere della Juventus) e poi come allenatore, non prezzolato ma appassionato. Siamo felici di vedere su questa tribuna il suo nome. >>
Un’altra bandiera della Garibaldina, l’ex calciatore Peppe Chiodo, ha avuto per Angelo parole di sincera amicizia:
<< Se l’intelligenza è anche la capacità di intrecciare rapporti umani, Angelo era il numero uno, e non solo in campo. Bene hanno fatto la Garibaldina e l’amministrazione comunale a dargli questo riconoscimento, perché lui si è sempre dedicato alla squadra con passione e abnegazione. >>
Poi ha ricordato l’episodio del loro esordio, quando – ancora ragazzini – furono chiamati in extremis per una partita di spareggio nella quale la squadra doveva sopperire a molte assenze, e ha ringraziato Angelo rivolgendosi direttamente alla sua gigantografia e provocando la commozione generale.
Anche l’ex presidente della Garibaldina Marco Rubbettino ha voluto riportare un suo ricordo:
<< Angelo era l’allenatore dei portieri quando io ero presidente. È stato sempre fedele alla Garibaldina, una persona buona, un esempio per tutti noi e per tante generazioni. Purtroppo ci ha lasciati proprio quando stava dando il meglio di sé. >>
Infine, Don Adamo Castagnaro, che aveva dato inizio alla manifestazione con la benedizione della targa, ha voluto chiudere con quella che lui stesso ha definito “una battuta da prete”. Nel ricordare anche il lavoro di Angelo all’accettazione dell’Ospedale di Soveria Mannelli – un lavoro prezioso e svolto sempre con senso del dovere – ha detto:
<< Speriamo che anche lassù sia stato messo all’accettazione, così, quando sarà il momento, sarà lui ad accoglierci. >>
In questo modo, Don Adamo, con la sua semplicità disarmante, ha voluto strappare un ultimo sorriso ai presenti, ma con un messaggio profondo e di speranza, con cui è riuscito a ricordarci il senso vero della vita, terrena e – per chi ci crede – ultraterrena.
di Raffaele Cardamone