Pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Pro Ospedale del Reventino, a firma del suo presidente Antonio Maida, che denuncia l’ennesimo episodio di malasanità legato alla lenta decadenza della struttura ospedaliera, evidentemente trascurata da troppo tempo da dirigenti ASP e istituzioni regionali.
«Una famiglia di Lamezia, giunta in un noto esercizio commerciale della città su viale Rubbettino si è vista protagonista di un fatto spiacevole, quando la moglie, una sessantenne, per raggiungere un bar sul lato opposto della strada è stata investita da un’automobile. La signora si è subito accasciata a terra dolorante. Subito è stato chiamato il 118 che però non era in ospedale, in quanto ambulanza ed equipaggio erano impegnati, probabilmente, in un trasferimento. Qui si apre il groviglio inestricabile del caso. I familiari implorano qualcuno dell’ospedale, che dista appena 100 metri dall’accaduto, e si sentono rispondere che non c’è personale adatto e a disposizione per effettuare interventi di soccorso, in quanto il servizio è delegato esclusivamente al 118. I carabinieri, presenti sul posto evidentemente non avevano competenze analoghe e il caso si risolve con un manipolo di giovani del posto che raggiungono a piedi l’ospedale prendono una barella, caricano la signora sofferente e la portano sempre a piedi in ospedale sotto la bufera che imperversava.
Dal nostro punto di vista questo racconto, potrebbe essere ambientato nel Burkina Faso e non in uno Stato che ha la quarta sanità nel mondo. Il problema non è nuovo, perché – e come Comitato lo abbiamo detto e ribadito più volte – serve un’ambulanza di presidio che curi i trasferimenti, sempre più numerosi visto che all’ospedale hanno lasciato solo le briciole e il pronto soccorso non ha alcun supporto di consulenze né di reparti afferenti. In modo tale da lasciare l’ambulanza del 118 dedicata solo ed esclusivamente alle emergenze. Lo ripetiamo da anni, anche attraverso istanze prodotte non solo nelle sedi dell’ASP e del Commissario ad Acta, ma anche presso le Procure della Repubblica.
La signora probabilmente sarà stata vittima solo di traumi, ma se fosse stata colpita da una patologia cardiaca complessa sarebbe stata la stessa cosa con esiti molto diversi. Pare che i familiari siano intenzionati a chiedere lumi alle autorità competenti per capire se in questo episodio qualcosa non è andato per il verso giusto. Rimane per completezza del racconto, sottolineare, che il conducente del veicolo che ha provocato l’incidente si è fermato e ha cercato di dare soccorso, per poi essere accompagnato in caserma per fornire la sua versione dei fatti.Noi come Comitato, ancora una volta, lanciamo un appello alle autorità affinché una volta per tutte mettano le cose al loro posto e prendano in esame seriamente la questione dell’emergenza, altrimenti periodicamente saremo costretti a segnalare casi del genere, in un sistema che né se li deve né se li può permettere».