“Intervenendo ancora una volta da rappresentante regionale di categoria in una terrà già abbastanza martoriata da criminalità organizzata, disoccupazione, sfruttamento delle persone e lavoro nero, auspico che tutte le nostre associazioni richiedano, alla luce della Riforma Orlando sulla magistratura onoraria, o l’abolizione della figura del magistrato onorario, in particolare del giudice onorario, o che il legislatore italiano chiarisca che cosa esso sia realmente, se un giudice o un assistente di cancelleria o un tirocinante o uno stagista, pagandolo però dignitosamente come lavoratore”, con queste parole forti e concise ritorna nuovamente in prima linea dalla Calabria, Barbara Cerminara, coordinatrice regionale Federmot (Federazione Nazionale Magistrati Onorari di Tribunale).
Una vera e propria battaglia per i diritti di tutta la categoria quella portata avanti con determinazione dalla Cerminara, con un nuovo comunicato stampa che vuole accendere i riflettori sulla magistratura onoraria. Un precedente intervento dal titolo “Barbara Cerminara, coordinatrice regionale Federmot, in prima linea per i magistrati onorari. Riflettori accesi sulla categoria” può essere riletto cliccando QUI.
“Con la nuova figura del magistrato onorario delineata dalla Riforma Orlando è stata introdotta una nuova categoria di giudice onorario, completamente diversa da quella della nostra Costituzione, all’art. 106, secondo comma, senza indipendenza e autonomia , e pagato a basso costo, senza tutele”, ha affermato con fermezza la coordinatrice Federmot.
“Chiedo inoltre l’intervento del ministro dell’Interno Matteo Salvini, perché anche per i magistrati onorari si predispongano efficaci ed adeguate forme di tutela per i rischi che corrono tutti i giorni nello svolgimento delle loro funzioni”, ha continuato Barbara Cerminara. Nella parte conclusiva della nota la coordinatrice regionale Federmot, dopo gli auguri al calabrese Giuseppe Corasaniti, nuovo capo dipartimento per gli Affari Giustizia, auspica l’intervento urgente da parte del Presidente della Repubblica, del ministro della Giustizia e del ministro del Lavoro.