E’ partita da Bianchi la “crociata” per un appropriato uso del cellulare, tecnologia innovativa che ha rivoluzionato la nostra esistenza e in particolare quella degli adolescenti. “Non voglio fare la guerra alle aziende produttrici di cellulari o alle compagnie telefoniche – ha detto tra l’altro Roberto Alborghetti – ma soltanto far riflettere attentamente i soggetti che ne fanno un uso sregolato e le conseguenze che ne derivano”.
Questo in sintesi quanto ha detto il giornalista scrittore Alborghetti di Bergamo nel corso del dibattito, tornato nel territorio del Savuto per discutere con ragazzi, genitori e adulti sul suo ultimo lavoro “Pronto? Sono il librofonino” edizioni I Quindici.
Un libro per i ragazzi di 50 pagine con disegni di Eleonora Moretti. Il librofonino, racconta storie di smombies, smartphones e cyber-bulli che quotidianamente adolescenti ma anche adulti vivono attraverso questa tecnologia, che dà bene di lusso è diventato fedele compagno della vita quotidiana. Interessante la grafica innovativa e il linguaggio utilizzata dall’autore, simile a quella preferita dai ragazzi, un modo per catturare la loro attenzione e penetrare nell’ottica delle giovani generazioni.
Dagli incontri organizzati in occasione della “settimana dell’educazione” (28 gennaio – 5 febbraio) con i ragazzi presso l’oratorio “S. Domenico Savio” e con gli adulti e genitori nelle parrocchie di Bianchi e Colosimi è emersa la preoccupazione dei genitori e anche quella dei giovani che responsabilmente si sono messi in discussione e preso coscienza, almeno in questa occasione, dei problemi che possono sorgere sull’uso sfrenato dello Smartphon.
Dopo i saluti di don Serafino Bianco, parroco di Bianchi e Colosimi, Alborghetti, con parole semplici ma penetranti ha coinvolto nella discussione, come in un gioco, i diretti interessati e sottolineato i benefici apportati dal cellulare alla nostra vita, ma soprattutto i danni psichici causati alla salute, l’uso smodato e continuo che incide anche sulle relazioni sociali quotidiane a cominciare dall’interno delle famiglie, tra amici e anche a scuola.
Nel libro l’autore, anch’egli papà, non manca di offrire alcuni consigli di buon uso del telefonino, una vola semplice strumento per chimate vocali, oggi invece divenuto un oggetto tecnologicamente evoluto e dotato di svariate funzioni. Ha evidenziato, tra l’altro, come i più giovani sono completamente assorbiti dallo smartphfon e dal tablet, catturati dalle icone, suoni, vibrazioni e giochi del display e tendono sempre di più a isolarsi dal contesto, chattare, inviare sms ed altro.
Alborghetti, sottolinea che a questi dispositivi dovrebbe essere allegato “un manuale d’uso, una guida all’utilizzo vero e non solo le note tecniche”. Aggiunge che l’uso del linguaggio abbreviato, incomprensibile usato sul telefonino ha delle ripercussioni ben evidenti nella espressione dei giovani d’oggi. Conclude rilevando come “un grande dono come questa tecnologia non va banalizzarla, ma bisogna riportare tutto nell’ambito della crescita normale e produttiva della vita”.