Uno sguardo sulle linee guida di crescita della Calabria su cui si dovrebbero dirigere le prospettive nei prossimi 5-10 anni, supportate da adeguate strategie, è l’argomentazione sulla quale dischiude l’attenzione, con una serie di interessanti riflessioni, di seguito indicate, nel testo – che come redazione ci pregiamo di ospitare e di pubblicare – scritto da Francesco Aiello, professore ordinario di Politica Economica presso l’Università della Calabria e fondatore di OpenCalabria.
<<E’ ormai tanto acclamata la conclusione della diffusa povertà regionale se dovessimo perseverare ad assecondare un modello di sviluppo dipendente dall’esterno. A noi non serve che il PIL cresca ad un tasso annuo dell’1% (al meglio). A noi serve che il PIL cresca ad un tasso annuo non inferiore al 5%.
Questo target si può raggiungere solo se il sistema subirà una rivoluzione delle scelte pubbliche e delle strategie produttive che si dovranno fare nell’immediato e che dovranno essere orientate alla creazione di occupazione stabile e duratura.
Serve che le imprese e le politiche creino le condizioni per aumentare l’occupazione nel settore privato. Una politica non può limitarsi ad alimentare il reddito, ignorando l’effetto occupazionale (si chiama assistenzialismo).
E’ giunto, quindi, il momento delle scelte forti, radicali, magari anche impopolari nel breve periodo, ma in grado di cogliere in modo compiuto e organico le opportunità offerte dal nuovo paradigma delle relazioni economiche tra regioni e tra paesi.
A livello locale, le politiche regionali dovranno essere orientate a valorizzare le poche vocazioni settoriali e territoriali della Calabria. Dovranno farlo evitando la sovrapposizione con le politiche nazionali, in modo da assicurare la massima addizionalità degli interventi.
Alcune delle parole chiave della nuova fase (partendo anche da domani mattina) dovranno essere, per esempio, le seguenti: concentrazione della spesa; vocazioni produttive; produzioni identitarie e saperi locali; territori di eccellenza; no alla frammentazione della spesa in innovazione; polo agro-alimentare nella ZES di Gioia Tauro; ricerca finalizzata e ad elevato impatto sistemico; turismo (whatever) eco-sostenibile.
Poi, tra qualche anno, tutto il resto. Occorre recuperare il terreno che si è perso anche per aver scimmiottato strategie di sviluppo pensate da altri, per altri>>.
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