Il prossimo martedì 13 marzo, alle ore 20.30, presso il teatro Il Piccolo di Soveria Mannelli andrà in scena, ancora una volta, uno spettacolo da non perdere: un Omaggio a Rosa Balistreri, da parte dell’attore e regista siciliano Mario Sorbello, dal titolo “Una rosa pi tia“.
Ma chi era Rosa Balistreri è facile che i più giovani proprio non lo sappiano, mentre i meno giovani corrono il rischio di averlo inopinatamente dimenticato.
Rosa è stata una cantautrice folk e una cantastorie che ha avuto una storia personale complicata e a tratti tragica.
Nata nel 1927 a Licata, ebbe una vita particolarmente difficile che però non le ha impedito, con il suo orgoglio tutto meridionale e la sua determinazione, di raggiungere, alla soglia dei quarant’anni, un notevole successo nell’ambito della musica folk nazionale.
Rosa infatti riuscì a sfogare la sua rabbia più che giustificata cantando, con il suo personalissimo timbro di voce, le canzoni popolari siciliane.
Quasi fuggita a Firenze, alla fine degli anni Cinquanta, vi conobbe il pittore Manfredi Lombardi con cui visse per dodici anni. Una convivenza che le consentì di conoscere alcuni tra i maggiori artisti dell’epoca, tra cui Ignazio Buttitta (poeta siciliano) e Dario Fo.
Lasciata da Manfredi, Rosa tornò nei primi anni Settanta nella sua amata Sicilia, perenne fonte di ispirazione per la sua musica, da dove proseguì la carriera cantautoriale, affermandosi come una delle maggiori esponenti del folk italico.
Il suo legame con la Calabria era forte e appassionato, tanto che fu proprio durante una tournée nella nostra regione che fu colta dall’ictus cerebrale che, nel 1990, la portò a una morte prematura.
Nel 1973 arrivò a presentare anche un suo brano al Festival di Sanremo, “Terra ca non senti”, escluso all’ultimo momento perché risultato non inedito.
Si trattava di un manifesto della miseria e della disperazione di tanti che abitano al Sud senza ricevere risposta alcuna e da alcuno.
Questi alcuni versi, ancora attualissimi, della canzone: “Terra can un senti / Ca nun voi capiri / Ca nun dici nenti / Vidennumi muriri / Terra can un teni cu voli partiri / E nenti ci duni / Pi falli turnari” (Terra che non senti / Che non vuoi capire / Che non dici niente / Vedendoci morire / Terra che non trattieni quelli che vogliono partire / E non fai niente / Per farli tornare).
Inutile dire che l’occasione è unica, di quelle davvero importanti, per rinverdire la memoria o per scoprire ex novo una straordinaria interprete della canzone popolare del Sud, attraverso un’opera originale e di grande impatto, meticolosamente preparata e interpretata da un suo corregionale con estrema passione e immedesimazione.
di Raffaele Cardamone
Prenotazioni per lo spettacolo al numero: 3294470295 (posti limitati).