Pochi sanno che esiste un gruppo Unitalsi allo stato nascente, al momento ancora collegato con quello di Lamezia Terme, ma che aspira a diventare presto autonomo e che agisce prevalentemente sul territorio di Soveria Mannelli e Decollatura.
Si tratta di un gruppo che conta attualmente sette volontari, tra cui i promotori Francesco Bonaddio e Giuseppina Bonacci, ma già tantissime persone, tra i disabili e gli anziani della zona, cui viene prestata assistenza.
Domani, 31 maggio, sedici persone – volontari, pellegrini e sette disabili – che fanno in qualche modo parte del gruppo, partiranno alla volta di Lourdes, dove di fermeranno per sette giorni, prima in pullman da Soveria Mannelli e poi in treno da Lamezia Terme: il ben noto Treno Bianco dell’Unitalsi.
Sarà un Treno Bianco solo calabrese, che porterà i pellegrini direttamente a Lourdes, soprattutto quelle persone che da sole non potrebbero mai andarci a causa delle loro disabilità. Un treno con una composizione ormai standardizzata: le prime due carrozze che accolgono le persone costrette a stare sempre in barella, quelle immediatamente seguenti attrezzate per ospitare chi può viaggiare in carrozzella o in modo fisicamente pressoché autonomo, mentre le altre sono destinate ai pellegrini. Un treno che affronterà un viaggio di circa trenta ore e che deve essere perciò fornito di tutto ciò che serve per il conforto del corpo, ad esempio la cucina, e dello spirito, una cappella in cui si dice Messa.
Infatti, l’Unitalsi opera “in piena simbiosi con la Chiesa” e al viaggio partecipano anche sacerdoti pronti sempre ad assistere i pellegrini nella preghiera e a “far vivere Lourdes fin già dallo stare assieme in treno”.
Proprio come ci dice uno dei volontari, Francesco Bonaddio, sullo scopo del viaggio:
<< Questo è un viaggio in cui si va a Lourdes non tanto per una guarigione fisica ma per una conversione dello spirito. Con l’acqua di Lourdes c’è in effetti un rinnovo del battesimo che rigenera e aiuta a continuare a operare nella carità, nell’aiuto verso i bisognosi. >>
Sollecitato a riferire su un significato particolare che assume per lui questo viaggio, Bonaddio ci ha risposto:
<< Mi aspetto la grazia che a Soveria Mannelli e Decollatura possa nascere un gruppo autonomo dell’Unitalsi, per avere ancora maggiori opportunità di aiutare le persone bisognose, senza distinzione alcuna.
Spero che altri cristiani che vogliono intraprendere la strada del volontariato possano conoscere il profondo significato che si cela nella “gioia del dare”, che è qualcosa che non vogliamo tenere solo per noi ma condividere con gli altri. >>
Durante il viaggio, e non solo, i volontari preparano infatti i pellegrini meno fortunati e li aiutano a partecipare a tutte le attività che si svolgono durante l’arco di un’intera giornata a Lourdes, per poi riprendere il giorno successivo.
Ma come afferma con orgoglio Bonaddio:
<< L’Unitalsi non si limita al viaggio a Lourdes, ma cura queste persone durante tutto l’anno con le varie attività che riesce a realizzare. >>
E sono davvero molteplici le attività che si portano avanti durante tutto l’anno: dai campi estivi per ragazzi disabili, durante i quali si fanno fare le vacanze balneari a persone che a volte “non avevano mai visto prima il mare”, alla partecipazione a cerimonie, dalle uscite di gruppo alle occasioni conviviali, alle opere di carità.
E a questo proposito, ci piace chiudere ancora con le parole di Bonaddio:
<< Un giorno alla settimana facciamo opere di carità e preghiamo insieme nelle case delle persone disabili o anziane, ma anche nella casa di riposo Emmaus. È così, recandoci noi da queste persone che spesso non possono uscire di casa, che proviamo a regalare loro un momento di conforto e di spensieratezza! >>
di Raffaele Cardamone