Con il fotografo Antonio Renda, riprendiamo il filo di un discorso – o meglio di un progetto – momentaneamente interrotto ma mai definitivamente abbandonato.
Riprendiamo a osservare il nostro territorio attraverso il filtro magico delle sue magnifiche fotografie. Proviamo ancora a riappropriarci di alcuni elementi speciali della realtà che ci circonda, di particolari che spesso sfuggono a un primo sguardo distratto.
L’inverno è arrivato, come sempre accade, a sferzare queste nostre lande. Le foglie sono cadute e gli alberi mettono ormai in mostra i loro scheletri.
Gli alberi sono sempre intorno a noi, tra di noi, ma a volte ci serve una lente d’ingrandimento per metterli in evidenza, per farli risaltare su uno sfondo abituale, per permetterci di esaminarli con occhi diversi dal solito, di vederli come non li avevamo mai visti prima.
E così, in pieno inverno, ci appaiono finalmente per quello che sono: “neri alberi stanchi” dopo l’avventura della rinascita a primavera, della maturità in estate e della caducità in autunno; proprio come canta Francesco Guccini nella sua “Canzone dei dodici mesi” (Radici, 1972):
<< Viene Gennaio silenzioso e lieve, un fiume addormentato / fra le cui rive giace come neve il mio corpo malato, il mio corpo malato… / Sono distese lungo la pianura bianche file di campi, / son come amanti dopo l’avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi... >>
E nel tributare agli alberi un doveroso omaggio, approfittiamo anche noi umani di questo momento di quiescenza della natura per riflettere sulla nostra avventura terrena o, se preferite, sul nostro avventuroso viaggio interstellare a bordo dell’astronave Terra. L’inverno è un luogo dell’anima, per parafrasare ciò che diceva della Calabria lo scrittore Leonida Repaci, ideale per fare i bilanci e trarne le dovute conclusioni.
Come ci dice lo stesso autore, con le poche ma penetranti parole con cui suole accompagnare ogni sua fotografia:
<< Ricominciamo raccontando le stagioni; con l’inverno, tempo di sosta, di riflessione, di toni grigi e paesaggi trasparenti. >>
Proviamo allora a recuperare il valore della sosta, in una vita spesso troppo frenetica, che sfugge perfino al nostro pieno controllo. E quando decideremo di farlo, non manchiamo di guardare uno dei tanti alberi che arricchiscono il nostro paesaggio, perché in loro c’è la bellezza, l’avventura, la vita.
di Raffaele Cardamone
In basso, la foto realizzata da Antonio Renda:
Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)